I manifesti della belle époque: la pubblicità nel Novecento
La Belle Époque è il periodo che si colloca tra la fine dell’Ottocento fino all’inizio della Prima guerra mondiale.
Si tratta di un periodo unico e sicuramente irripetibile. Proprio in questi anni nasce l’ideale di tempo libero come svago e relax e si sviluppa la società consumistica che ha portato successivamente alla nascita e alla diffusione delle locandine pubblicitarie.
La storia dei manifesti
L’invenzione della stampa aveva già spianato la strada ad una diffusione massiva della pubblicità. Proprio in questo periodo nacquero nuove teorie psicologiche che portarono ad un’importante consapevolezza: era (ed è) possibile tramite la pubblicità controllare e prevedere i comportamenti dei futuri acquirenti.
Detto ancor più semplicemente tramite le immagini venivano veicolati dei significati, proprio come succede al giorno d’oggi: si intuì per la prima volta che c’era un collegamento tra il prodotto da pubblicizzare e chi lo avrebbe comprato.
Tramite le immagini era possibile creare dei desideri nelle persone che il prodotto avrebbe poi soddisfatto. La pubblicità stava entrando nell’ottica moderna e la sua corsa di lì a poco sarebbe stata irrefrenabile. È in questo contesto, tra teorie psicologiche, intuizioni incredibili e manifesti colorati che nasce il marketing come lo intendiamo oggi, che si posero le basi per la psicologia della pubblicità. È un secolo di innovazioni che hanno cambiato per sempre la vita di ogni individuo.
Manifesti pubblicitari e arte
I manifesti della Belle Époque erano delle vere e proprie opere d’arte.
Non a caso le immagini vennero realizzate da artisti di grandissimo prestigio, uno tra tutti Henri de Toulouse Lautrec.
Gli artisti erano fortemente influenzati dall’Art Nouveau, molti dei quali ne erano assidui esponenti.
Jules Cheret fu molto probabilmente il massimo esponente e il padre della pubblicità visiva di quel tempo. Tra i suoi disegni troviamo donne bellissime dalle silhouette sinuose e sensuali che nel tempo hanno lasciato il posto alle bellissime modelle in carne ed ossa che siamo abituati a vedere.
Pubblicità del Novecento: tra significati e desideri
Facendo sempre riferimento ai significati che veicolavano le pubblicità, nelle immagini della Belle Époque vediamo rappresentate scene di vita per lo più della lussuosa borghesia. Vediamo donne elegantissime, vestite di tutto punto in locali alla moda e sontuosi.
Ne sono un esempio perfetto i disegni delle locandine pubblicitarie del Casino de Paris che richiamano perfettamente tutto il lusso borghese dell’epoca.
Il concetto che è alla base è quello di pubblicizzare un prodotto o un servizio definendolo come indispensabile e rappresentativo di uno stile di vita borghese, le persone che potevano accedere al prodotto si sentivano quasi immedesimate in quel piccolo mondo mostrato nei disegni.
Ovviamente, chi non poteva permetterselo, poteva sognare ad occhi aperti alla vista degli allettanti manifesti pubblicitari.
Non è molto diverso dall’attuale idea di pubblicità e marketing, quella proveniente dai social al giorno d’oggi.
La linea base è sempre la stessa: veicolazione di un significato, creazione di un desiderio ed eventuale soddisfacimento. E così via all’infinito, è ed era un circolo che non può interrompersi facilmente.
Manifesti e politica
I manifesti Belle Époque divennero delle vere e proprie locandine per comunicare massivamente messaggi politici. Questo solo dopo aver appreso la straordinaria capacità dei manifesti pubblicitari di influenzare i comportamenti individuali.
Prima di essere utilizzato come mezzo propagandistico a tutti gli effetti ci fu uno step intermedio:
l’inizio della Guerra portò inevitabili cambiamenti nell’intera società, scenari di guerra sostituirono quelli dell’alta borghesia che caratterizzavano le immagini pubblicitarie. Uno dei manifesti che lascia più senza parole è quello del Campari, in cui possiamo vedere una bottiglia enorme ed invadente collocata all’interno di una trincea che fa da sfondo ad alcuni militari.
Fu durante la terribile Prima Guerra mondiale che i manifesti divennero per lo più politici e ben mirati, probabilmente anche molto efficaci, per rassicurare le persone e convincerle che entrare in guerra fu la scelta migliore per i Paesi.
Abbiamo visto tutti almeno una volta i manifesti propagandistici dello Zio Sam che chiedeva o più precisamente convinceva al reclutamento di nuove leve.
Dopo la fine della guerra non tornarono più le stesse immagini della Belle Époque, tutti gli equilibri vennero rovesciati e i successivi manifesti cambiarono totalmente carattere, diventando più incisivi: lo scopo più che mai era quello di attirare l’attenzione, ora occorrevano immagini forti e colori vivaci che attirassero il più possibile l’attenzione di chiunque.
Quello che non cambiò mai da allora furono le magnifiche intuizioni che hanno modificato le storia del marketing mondiale.
Ovviamente si tratta di una parentesi anche artistica che rimarrà sempre nella memoria e nei libri di storia e marketing.