Questione di colore: il più bello e il più brutto del mondo
Qual è il colore più apprezzato dagli essere umani?
L’anno scorso la risposta a questo quesito era senza dubbio:“YInMn blue” ovvero una tonalità di blu simile alla tinta cobalto. Mas Subramanian, chimico per la Oregon State University, aveva scoperto il YInMn mentre conduceva dei test con diversi materiali per applicazioni elettroniche. Il colore, così come il suo nome, deriverebbe dagli elementi chimici che lo generano: ittrio, indio e manganese, ovvero Yttrium, Indium e Manganese in lingua inglese raggiungendo una saturazione mai vista prima in natura.
Però lo scorso febbraio, l’azienda cartiera inglese G. F Smith, ha pensato di provare ad eleggere il colore più bello del mondo con una “elezione popolare”.
Attraverso il suo sito ha lanciato infatti un contest chiamato World’s Favourite Colour per permettere alla gente non solo di scegliere il proprio colore del cuore, ma anche di dargli un nome a piacere.
L’intento era quello di trovare una nuova tinta per la serie di carte Colorplan, che sarebbe andata ad aggiungersi alle 50 già disponibili.
30.000 persone da ogni parte del mondo hanno partecipato e finalmente il colore più bello del mondo è stato trovato: si chiama Marrs Green, è un verde che confina col blu ed è stato “battezzato” da una scozzese, Annie Marrs, che si è ispirata al colore del paesaggio delle sue fantastiche terre.
Il Pantone più brutto al mondo
L’agenzia di mercato australiana GfK, su richiesta del governo di Canberra, nel 2011 ha invece trovato la risposta al colore più brutto: si chiama “Pantone 448 C”. Ricorda le acque reflue, lo sporco, la morte. Ad alcuni causerebbe nausea, panico e senso di rigetto.
Non importa se il Pantone 448 C è lo stesso che Leonardo da Vinci ha utilizzato per dipingere la veste della Monnalisa. I colori, si sa, sono un fatto culturale e la loro percezione dipende dall’educazione e dal contesto di riferimento.
In Australia infatti, in barba ai gusti Rinascimentali, hanno pensato di usare il Pantone 448 C come deterrente nelle campagne anti-fumo (facendo arrabbiare parecchio le aziende di tabacco) mettendolo come sfondo nei pacchetti di sigarette per disincentivare la vendita delle “bionde”. Stando ai dati l’idea funziona: in quattro anni 108mila persone hanno smesso di fumare! E la percentuale sta crescendo.
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